lunedì 1 agosto 2022

Il problema dell'ansia: comprenderne la causa profonda

 


C’è un malessere esistenziale profondo che serpeggia in seno alla società e che potrei definire “la separazione dalla nostra vera natura”. E’ un malessere che prende molte forme fra cui quello dell’ansia. Di fatto è come una super aspettativa verso noi stessi di fronte a compiti, eventi, relazioni e quant’altro che ci rende incapaci di agire, che ci blocca completamente.

Al solito bisogna distinguere tra fenomeni sporadici e “giustificabili dalla situazione”, come ad esempio parlare per la prima volta di fronte a centinaia di persone, da situazioni croniche che di fatto hanno un impatto negativo sulla qualità della vita.

Ripeto e ripeterò all’infinito la seguente premessa: se stai facendo una qualunque forma di terapia continua a farla. Quello che scrivo è solo per offrire ANCHE un’altra visione del problema.

Tutto ruota intorno al quesito esistenziale “chi sono io?” Apparentemente sembra una domanda che non ci facciamo, per lo meno non così spesso. In realtà è la domanda che ci accompagna costantemente ed alla quale diamo sempre la stessa risposta: sono questa persona, con queste caratteristiche, con questa storia alle spalle.

In altre parole il tema dell’identità, la percezione di ciò che siamo è ciò che determina la qualità della vita. Se ad esempio il nostro senso di identità non è adeguato rispetto a ciò che abbiamo di fronte (piccolo o grande che sia) ecco che scatta l’ansia da prestazione.

Il rimedio proposto nei percorsi psicologici o di coaching è lavorare sull’autostima, in altre parole renderti più forte e determinato. In altri approcci è capire le cause che nella tua infanzia hanno generato questa insicurezza e provare a mettere delle toppe.

C’è poi il punto di vista delle tradizioni spirituali e meditative: la causa di tutto è che ti sei confuso, quella non è la tua vera identità. Quell’idea di te che si basa sulla tua storia è come un vestito che stai indossando.

Riassumendo hai due possibilità:

1.       Cerchi di aggiustare costantemente il vestito perché pensi di essere il vestito stesso (insomma sei uno di quelli per cui l’abito fa il monaco)

2.       Realizzi che è solo un vestito che stai indossando e tu sei altro.

Nel primo caso di servono psicologici e coach, nel secondo caso ti serve un percorso di trasformazione integrale con una chiara visione spirituale dell’essere umano.

L’ansia e gli attacchi di panico sono solo forme in cui il vero problema dell’identità si manifesta.

C’è un punto chiave sul quale soffermarci: nella visione spirituale (non religiosa) l’essere umano è destinato alla gioia ed alla piena realizzazione. Il problema è solo il punto di partenza, è il modo in cui l’anima ci sta dicendo di cambiare rotta.  

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