domenica 30 settembre 2018

Danzare l'autunno



Sono giorni pieni di sole di un’estate che si affaccia cristallina sull’uscio di casa del mese di ottobre ma che deve fare i conti con temperature  serali che ci ricordano che da circa una settimana siamo entrati nell’autunno. Come in tutti i passaggi qualcosa si oppone  al cambiamento, qualcos’altro si proietta volentieri nel nuovo corso degli eventi. Se addirittura il tempo meteorologico sembra non controllare il calendario appeso alla parete perché mai dovrebbero farlo le stagioni interiori? Possiamo sentire il gelo dentro di noi nel bel mezzo di una torrida estate e percepire la rinascita durante le piogge di novembre. Siamo esseri umani e abbiamo pertanto grandi margini di libertà. Ciò nonostante non possiamo negare la risonanza del nostro universo interiore con i cicli della natura esterna.
Ci sono stagioni che non vorremmo mai attraversare ed altre che non vorremo mai finissero, ma se osserviamo un anello vediamo che la sua bellezza sta proprio nella sua interezza. Ogni stagione è necessaria e l’una non potrebbe esistere senza le altre.
Con la danza abbiamo l’opportunità di ritualizzare e riaffermare coscientemente la relazione fra il nostro universo interiore e quello esteriore, fra micro cosmo e macro cosmo. Quindi, in qualunque stagione interna ci troviamo, e qualunque sia la stagione esterna che preferiamo il suggerimento per questi giorni è danzare l’autunno ed il suo ingresso osservando  ciò che volentieri accoglie il suo arrivo e ciò che invece oppone resistenza.
Il movimento autunnale ha molte sfaccettature ma la più importante è un diverso orientamento dell’energia che dall’esterno si muove verso il centro. La nostra anima ha sete di esperienze ed è come una spugna che viene immersa nell’acqua della vita. Ma di tutte le esperienze belle o brutte che costantemente assorbiamo dobbiamo poi essere in grado di distillarne l’essenza. L’autunno è questo, è il ritorno all’essenza spogliata da tutto il superfluo. La nostra naturale tendenza a trattenere può creare resistenza , altri parti noi nel mollare il superfluo colgono già la rinascita della primavera. Le stagioni interiori hanno confini imprecisati e questa estrema ricchezza di sfumature possono essere colte coscientemente con la danza.
Ecco perché danziamo.

venerdì 7 settembre 2018

Unità nella diversità


La carta natale è la rappresentazione simbolica del cielo nell’istante di nascita, vista dal luogo di nascita. Include pertanto una dimensione temporale che fotografa l’atto di moto dell’universo intorno a noi ed una dimensione spaziale che rappresenta il punto di vista da cui vediamo quello che accade. In altri termini in quel preciso istante il sole, la luna e tutti i pianeti hanno una posizione ben precisa in relaziona al pianeta Terra e tale configurazione non sarà mai più ripetibile. In quello stesso istante molte persone possono nascere sul nostro pianeta e quindi sono in molti coloro che potenzialmente ereditano tale configurazione astronomica. Ma due persone non possono nascere nello stesso istante ed anche nello stesso luogo, nello stesso punto sul pianeta. Non può accadere a meno che non si tratti di gemelli siamesi. Quindi, la carta natale, fotografando un certo istante ed essendo relativa ad un preciso luogo, identifica qualcosa di totalmente unico ed irripetibile. Ci potranno essere similitudini, somiglianze, ma da un punto di vista ideale la nostra carta natale rappresenta una singolarità che non ha eguali in tutto il pianeta ed in tutti i tempi. Ognuno di noi è unico. Citando uno dei miei primi Maestri: “ogni essere umano è un progetto unico ed irripetibile”.
A questo punto nascono un po’ di domande. Quanto siamo consapevoli di questa unicità della nostra esistenza? Siamo sicuri di non misurare tutto secondo un metro collettivo?
Siamo consapevoli che diversità significa ricchezza? Stiamo veramente valorizzando la nostra diversità?
Siamo consapevoli che la nostra via di evoluzione, seppure si avvalga dell’esperienza e degli insegnamenti di Maestri ed altre figure di riferimento, è comunque la nostra specifica via di autorealizzazione? Nessuno potrà percorrerla per noi.
Ma soprattutto siamo consci del fatto che comprendere la grande diversità che è in noi è il passo chiave per ricomporre l’unità che sta alla base di tutta la vita? L’innata paura ed avversione che più o meno abbiamo tutti in relazione al diverso nasce dal non sapere dialogare con la diversità che è dentro di noi. Molto spesso la stessa astrologia è usata per catalogare, inquadrare e quindi confinare la vita dentro uno schema che sappiamo gestire. Al contrario, lo scopo dell’astrologia è liberare la diversità che è dentro di noi per ricomporre l’unità ad un livello più alto e spirituale, trascendendo gli angusti limiti dell’ego. Perché sicuramente esiste un movimento esistenziale dell’Anima ed è un movimento integrante e di ricomposizione dell’unità ma questo non potrà mai accadere se lasciamo vari pezzi di noi per la strada o in qualche angolo buio dove nessuno può vederli. Di nuovo l’insegnamento del mio Maestro: “viviamo in un universo e noi stessi siamo un universo vale a dire “unità nella diversità”.