La pratica dello yoga dona salute e ci guida nel viaggio di presa di consapevolezza di chi siamo, ma per ricevere il massimo dei benefici è importante coniugare tradizione e modernità. Occorre infatti mantenere intatto il cuore di questa disciplina lasciando che la forma esterna si adatti all’esigenze della nostra vita quotidiana. E qui bisogna avere le idee molto chiare.
La tradizione yoga è spesso intrisa del variegato universo religioso dell’induismo ma confondere i due mondi ci porta fuori strada soprattutto quando di quest’ultimo prendiamo gli aspetti più folkloristici. Per intenderci, è un po’ come se volessimo esportare il messaggio cristiano e nel fare questo veicolassimo anche il panettone a Natale e l’uovo di cioccolata a Pasqua.
C’è un nucleo fondante di ogni via spirituale che deve essere chiaro e non alterato o confuso. Ci sono poi aspetti culturali, sociali, popolari che ad esso si sono appiccicati nel corso dei secoli. Appartengono ad una certa area geografica dove magari quella via spirituale si è sviluppata ma non bisogna confondere le due cose. Poi, intendiamoci, sappiamo bene che per molte persone il Natale coincide con il panettone, l’albero addobbato, i regali e non vanno oltre.
Ricapitolando lo yoga è una “tecnologia” per il benessere e l’evoluzione spirituale ed ha valore universale. Proviene dall’India ma è importante sfrondarlo da tutta una serie di elementi esotici di quel paese perché potrebbero confonderci.
Non dobbiamo però cadere nell’errore opposto di modificare geneticamente l’essenza di questa disciplina per adattarla al materialismo occidentale. Lo yoga non è una forma raffinata di fitness a cui aggiungere un mantram o qualche minuto di meditazione per mantenere un certo alone spirituale. Il lavoro sul corpo fatto con le asanas (le posizioni del corpo) è chiave per generare l’energia vitale atta alla propria evoluzione. Va fatto bene in accordo con i principi fisiologici, va saputo adattare alle differenti esigenze individuali che cambiano nel tempo. Non avere abbastanza conoscenza di questi meccanismi può rendere inefficacie tutto il lavoro dello yoga. Al tempo stesso il fine dello yoga non è perfezionare all’infinito la precisione delle posizioni perdendo di vista la vera direzione.
Ciò che deve realizzarsi nella
pratica dello yoga è un crescente senso di benessere e chiarezza interiore che
ci liberi dalle paure dell’io per far sì che la nostra vera natura interiore si
manifesti rendendo la nostra vita un costante atto creativo.
Usando le parole di un Maestro a
me molto caro: “possa la tua natura interiore fiorire per portare bellezza e
fragranza nel mondo”
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