La disposizione degli occhi negli
animali è essenzialmente funzione del loro stile alimentare. La disposizione
degli occhi nella testa degli erbivori è laterale perché se bruchi l’erba di un
prato non hai una grossa necessità di vedere ciò che mangi. E’ difficile
sbagliare la posizione della bocca se il tuo piatto è di alcuni ettari. Serve
però un campo visivo molto ampio per accorgersi per tempo della presenza di un
predatore. Quest’ultimi, al contrario, hanno gli occhi disposti frontalmente
per favorire la focalizzazione verso la preda e successivamente l’attacco.
Certamente la disposizione laterale offre una visione panoramica ma meno
focalizzata, come un grandangolo. Quella frontale orienta verso un bersaglio,
come un teleobbiettivo.
La posizione frontale degli occhi
offre inoltre una visione a colori e binoculare per visualizzare bene le
distanze in maniera tridimensionale. Questa è anche la ragione per cui i
primati hanno questa disposizione in relazione alla loro dieta prevalentemente
frugivora e quindi la necessità di vedere e distinguere bene bacche e frutta
dal resto della vegetazione.
Come esseri umani ereditiamo la
posizione degli occhi dai nostri fratelli maggiori primati e certamente ciò ha
aiutato, assieme al pollice opponibile, lo sviluppo dei processi cognitivi. La
mente è focalizzata al pari della vista che è di gran lunga il senso più usato
tra i 5. Vediamo però che impatto ha tutto questo a livello della
consapevolezza in uomini e donne dei tempi attuali.
Ok, se devo scegliere qualcosa
dallo scaffale di un supermercato la vista frontale aiuta e certamente anche se
devo guardare qualcuno negli occhi. Non ho idea di come due mucche si guardino
negli occhi, forse guancia a guancia. Magari il lato romantico rimane.
Ma in noi esseri umani c’è un
problema: dove focalizziamo la nostra vista e con essa la coscienza nella
nostra vita quotidiana? Per molti di noi
di fronte allo schermo di una Tv o di un PC, di uno smart-phone, guardando la
strada davanti a noi mentre guidiamo,
leggendo un libro che teniamo in mano, sempre di fronte a noi. Come
possiamo pensare che questo orientamento visivo non abbia anche un impatto
sulla nostra coscienza? E’ ovvio che questo favorisce una focalizzazione ed una
perdita di visione panoramica della nostra esistenza. La nostra coscienza è
come il raggio di una torcia elettrica che illumina ciò che sta di fronte, e
quindi anche il futuro. L’espressione
guardare in avanti significa pensare a quello che accadrà. Quindi, la nostra
mente è intrisa di temporalità e vede una traiettoria precisa degli eventi
passati e futuri. Tutto ciò aiuta la nostra progettualità, è fuori dubbio. Ma
come facciamo a stare nel presente? Come possiamo avere una “visione a 360
gradi” della nostra vita? Come possiamo accorgersi di altre opportunità? Come
possiamo semplicemente stare e godere del presente?
Certamente non possiamo tornare
indietro nel tempo di svariati milioni di anni e pilotare l’evoluzione della
specie in modo diverso. Ma possiamo fare molto attraverso la pratica dello
yoga. Quando Mr Iyengar diceva che il retro delle ginocchia deve aprirsi per
diventare occhi spalancati sulla bellezza del modo stava dicendo che tutto il
nostro corpo può diventare un insieme di innumerevoli occhi attraverso cui
guardare l’intera esistenza nella sua sfericità. Lo yoga enfatizza l’uso di
tutti i sensi e soprattutto la percezione spaziale completa. Ci offre molteplici posizioni che il corpo può
assumere, ma, oltre a ciò, è la singola posizione che , a sua volta, è un
universo conoscitivo sferico. La nostra coscienza acquista sfericità. Smettiamo
di essere una torcia elettrica con un raggio luminoso stretto e diventiamo
piccole stelle che irradiano ovunque nello spazio.
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