Dal problema dal benessere: un
percorso di autorealizzazione
Tutte le tradizioni spirituali assieme alla psicologia umanista e
transpersonale riconoscono che la vera felicità corrisponde alla realizzazione
della nostra vera natura. Non si parla di brevi momenti di gioia o di uno stato
calma apparente. La felicità può essere uno stato permanente, una condizione di
pienezza del vivere, il sentire che questa vita è per noi. Ma come può questa
sorgente interiore richiamare la nostra attenzione se la nostra mentre è sempre
rivolta a risolvere problemi, sempre carica di pensieri e preoccupazioni? Quando siamo fortunati ce lo comunica con un
malessere, fisico o psicologico. Trasformare il problema in un’opportunità di
realizzazione è la via dello yoga.
Ascoltare l’intelligenza del corpo
Ad un certo punto occorre
fermarci e capire dove siamo, anzi…sentire dove siamo. Nessun nuovo inizio,
nessun cambiamento può avvenire se siamo in moto perpetuo. La nostra mente è
costantemente in un vortice che spazia nelle praterie del passato e del futuro,
attraversando per un attimo la sottile linea del presente. Fortunatamente, ogni
tanto, il nostro corpo reclama attenzione e lo fa dal presente, l’unico luogo
che è in grado di abitare. Sì perché a differenza della nostra mente che si
annoia a sostare nel presente il corpo non ha una dimensione temporale. Sente
ciò che accade nel momento in cui accade, né prima né dopo. Le preoccupazioni
riguardo la nostra salute fisica od il desiderio di riprovare un certo piacere
sono nella nostra mente. Il corpo sta bene o sta male, non è preoccupato.
Naturalmente il corpo ha una sua
intelligenza che ha una natura sensoriale. Non elabora, non pianifica, non
immagina e non fa molte altre cose che abitualmente siamo portati ad associare
alla creatività. Il corpo sente! Ed è esattamente questo che ci può salvare. Ma
salvare da cosa? Ci può salvare da una vita immaginata e non vissuta. La vita
reale accade nel qui ed ora, non nel passato che non esiste più, non nel futuro
che ancora non esiste.
La più frequente sorgente di
infelicità non si trova nel presente ma nei processi mentali di identificazione
con fenomeni già avvenuti o che pensiamo avverranno. Questo movimento della
nostra mente maschera la realtà, ci allontana dalla nostra vera natura e dalla
possibilità di essere felici. Quando tutta la nostra consapevolezza è nella
testa non siamo in grado di assaporare il piacere della vita che accade nel
momento presente. Dobbiamo tornare all’intelligenza sensoriale che il corpo.
Un acciacco ci salverà
E’ un fatto piuttosto comune che
con il passare degli anni il corpo cominci a manifestare qualche acciacco. Ad
essere onesto la mia esperienza diretta prova il contrario perché il mio corpo
sta molto meglio ora di quando ero più giovane e questo grazie allo yoga. Ad
ogni modo anch’io ho iniziato la pratica dello yoga perché avevo dei disturbi
di origine psicofisica. Va bene, mettiamola così: ad un certo punto, giovani o
anziani che siamo, il nostro corpo può manifestare un problema. Poiché dentro
di noi c’è una naturale tendenza alla felicità diciamo che il malessere,
qualunque forma abbia, vorremmo che sparisse il prima possibile. In realtà il
malessere è la porta d’ingresso verso un percorso che potrebbe salvarci la
vita, un percorso verso la felicità. La mente interpreta il malessere del corpo
come un problema da risolvere, crea correlazioni con il passato e si prefigura
lo scenario futuro. Ma il corpo sta soltanto manifestando il bisogno di essere
ascoltato. Lo yoga in genere inizia da qui. Chi inizia a fare yoga molto raramente
lo fa per semplice curiosità. In più di 30 anni che insegno non ho mai trovato
un allievo che mi dicesse: “sai, stavo talmente bene che ad un certo punto, non
sapendo che fare, ho avuto la curiosità di provare lo yoga.” Diciamo che se
qualcuno mi avesse detto una cosa del genere me lo ricorderei. Sì perché le
storie che mi raccontano suonano più del tipo: “ da un po’ di tempo ho questo
problema e voglio vedere se con lo yoga riesco a superarlo.” Il problema può
essere di natura articolare, può riguardare la colonna, una condizione di
stress e molto altro. A questo punto vi starete chiedendo: “ma queste persone,
alla fine, praticando yoga, il problema lo superano?”. Se volete una risposta
secca: “sì, quasi nel cento per cento dei casi”. Ma questa risposta non
descrive il fenomeno reale che è molto più complesso e magico. Quello che
infatti accade è che l’individuo, assieme ad un miglioramento della propria
condizione psicofisica acquista consapevolezza di un’altra possibilità di
vivere, più ricca, più passionale, più viva, più autentica.
La pratica dello yoga
Lo yoga è un’arte ed una scienza
antichissima. Sebbene sia nata in India e si sia integrata con la religiosità e
cultura del luogo ha in realtà un nucleo conoscitivo e di tecniche che valgono
per tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla cultura, nazionalità, religiosità,
sesso ed età. Non ti chiede di cambiare cultura o religione, ti chiede solo di
sperimentare. Sì, perché se anche il sistema yoga è complesso e ricco di
saggezza, il punto di partenza è semplice: ritorna al corpo, ritorna alla parte
più semplice di te. Questo accade un po’ in tutte le forme di yoga ma in
particolare nel metodo Iyengar dove l’attenzione all’allineamento del corpo e
l’uso di semplice attrezzi (mattoni di legno, coperte, cinture etc..) ha
proprio lo scopo di portare la consapevolezza dalla mente al fisico. Quindi,
nell’eseguire le asanas (posizioni del corpo) accadono due fenomeni importanti:
1. Il
corpo viene rimesso in buona salute, reso più elastico, più forte e più vitale
2. La
mente diventa molto più integrata con l’esperienza fisica. Cessa di essere nel
suo mondo immaginato ed entra nel mondo reale, nel presente. La vera differenza
con qualunque altra forma di ginnastica sta proprio qui: il corpo non è
semplicemente una macchina da usare ma un soggetto intelligente , creatore di
consapevolezza di alta qualità.
Il benessere è quindi associato
ad una nuova forma di consapevolezza e la nostra essenza comincia a
manifestarsi. Dal puro sopravvivere entriamo nella dimensione del vivere
pienamente. Quello che percepivamo come problema è stato il primo passo verso
la felicità.
In conclusione
Lo yoga non è una terapia, questo
è bene chiarirlo. Non va a sostituire nessuna forma di terapia medica o
psicologica, semmai può accompagnarla. Lo yoga è in realtà un processo
educativo che ci aiuta a vedere la vita da una prospettiva diversa e lo fa non
in modo intellettuale. Possiamo decidere di risolvere i nostri problemi nel
modo convenzionale. Ma possiamo anche usare questa opportunità per fare un
salto di qualità. C’è una sorta di malessere esistenziale che si esprime sotto
forma di problemi fisici e psicologici, possiamo sentirci chiusi all’interno di
gabbia fatta di stereotipi. Possiamo ritenere che ormai la nostra vita sia
questa e non possiamo più cambiarla. Possiamo essere sotto stress. Insomma sono
tanti i modi in cui un malessere esistenziale può manifestarsi e per tutto
questo non esiste una vera medicina. E spesso non esiste neanche una vera
terapia psicologica poiché si tratta di una malessere spirituale che richiede
un approccio integrale: fisico , emozionale e mentale. Questo è il percorso
dello yoga. Lo yoga è per Essere!
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