martedì 17 luglio 2018

Dal problema al benessere



Dal problema dal benessere: un percorso di autorealizzazione


Tutte le tradizioni spirituali assieme alla psicologia umanista e transpersonale riconoscono che la vera felicità corrisponde alla realizzazione della nostra vera natura. Non si parla di brevi momenti di gioia o di uno stato calma apparente. La felicità può essere uno stato permanente, una condizione di pienezza del vivere, il sentire che questa vita è per noi. Ma come può questa sorgente interiore richiamare la nostra attenzione se la nostra mentre è sempre rivolta a risolvere problemi, sempre carica di pensieri e preoccupazioni?  Quando siamo fortunati ce lo comunica con un malessere, fisico o psicologico. Trasformare il problema in un’opportunità di realizzazione è la via dello yoga.

Ascoltare l’intelligenza del corpo

Ad un certo punto occorre fermarci e capire dove siamo, anzi…sentire dove siamo. Nessun nuovo inizio, nessun cambiamento può avvenire se siamo in moto perpetuo. La nostra mente è costantemente in un vortice che spazia nelle praterie del passato e del futuro, attraversando per un attimo la sottile linea del presente. Fortunatamente, ogni tanto, il nostro corpo reclama attenzione e lo fa dal presente, l’unico luogo che è in grado di abitare. Sì perché a differenza della nostra mente che si annoia a sostare nel presente il corpo non ha una dimensione temporale. Sente ciò che accade nel momento in cui accade, né prima né dopo. Le preoccupazioni riguardo la nostra salute fisica od il desiderio di riprovare un certo piacere sono nella nostra mente. Il corpo sta bene o sta male, non è preoccupato.
Naturalmente il corpo ha una sua intelligenza che ha una natura sensoriale. Non elabora, non pianifica, non immagina e non fa molte altre cose che abitualmente siamo portati ad associare alla creatività. Il corpo sente! Ed è esattamente questo che ci può salvare. Ma salvare da cosa? Ci può salvare da una vita immaginata e non vissuta. La vita reale accade nel qui ed ora, non nel passato che non esiste più, non nel futuro che ancora non esiste.
La più frequente sorgente di infelicità non si trova nel presente ma nei processi mentali di identificazione con fenomeni già avvenuti o che pensiamo avverranno. Questo movimento della nostra mente maschera la realtà, ci allontana dalla nostra vera natura e dalla possibilità di essere felici. Quando tutta la nostra consapevolezza è nella testa non siamo in grado di assaporare il piacere della vita che accade nel momento presente. Dobbiamo tornare all’intelligenza sensoriale che il corpo.

Un acciacco ci salverà

E’ un fatto piuttosto comune che con il passare degli anni il corpo cominci a manifestare qualche acciacco. Ad essere onesto la mia esperienza diretta prova il contrario perché il mio corpo sta molto meglio ora di quando ero più giovane e questo grazie allo yoga. Ad ogni modo anch’io ho iniziato la pratica dello yoga perché avevo dei disturbi di origine psicofisica. Va bene, mettiamola così: ad un certo punto, giovani o anziani che siamo, il nostro corpo può manifestare un problema. Poiché dentro di noi c’è una naturale tendenza alla felicità diciamo che il malessere, qualunque forma abbia, vorremmo che sparisse il prima possibile. In realtà il malessere è la porta d’ingresso verso un percorso che potrebbe salvarci la vita, un percorso verso la felicità. La mente interpreta il malessere del corpo come un problema da risolvere, crea correlazioni con il passato e si prefigura lo scenario futuro. Ma il corpo sta soltanto manifestando il bisogno di essere ascoltato. Lo yoga in genere inizia da qui. Chi inizia a fare yoga molto raramente lo fa per semplice curiosità. In più di 30 anni che insegno non ho mai trovato un allievo che mi dicesse: “sai, stavo talmente bene che ad un certo punto, non sapendo che fare, ho avuto la curiosità di provare lo yoga.” Diciamo che se qualcuno mi avesse detto una cosa del genere me lo ricorderei. Sì perché le storie che mi raccontano suonano più del tipo: “ da un po’ di tempo ho questo problema e voglio vedere se con lo yoga riesco a superarlo.” Il problema può essere di natura articolare, può riguardare la colonna, una condizione di stress e molto altro. A questo punto vi starete chiedendo: “ma queste persone, alla fine, praticando yoga, il problema lo superano?”. Se volete una risposta secca: “sì, quasi nel cento per cento dei casi”. Ma questa risposta non descrive il fenomeno reale che è molto più complesso e magico. Quello che infatti accade è che l’individuo, assieme ad un miglioramento della propria condizione psicofisica acquista consapevolezza di un’altra possibilità di vivere, più ricca, più passionale, più viva, più autentica.

La pratica dello yoga

Lo yoga è un’arte ed una scienza antichissima. Sebbene sia nata in India e si sia integrata con la religiosità e cultura del luogo ha in realtà un nucleo conoscitivo e di tecniche che valgono per tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla cultura, nazionalità, religiosità, sesso ed età. Non ti chiede di cambiare cultura o religione, ti chiede solo di sperimentare. Sì, perché se anche il sistema yoga è complesso e ricco di saggezza, il punto di partenza è semplice: ritorna al corpo, ritorna alla parte più semplice di te. Questo accade un po’ in tutte le forme di yoga ma in particolare nel metodo Iyengar dove l’attenzione all’allineamento del corpo e l’uso di semplice attrezzi (mattoni di legno, coperte, cinture etc..) ha proprio lo scopo di portare la consapevolezza dalla mente al fisico. Quindi, nell’eseguire le asanas (posizioni del corpo) accadono due fenomeni importanti:
1.       Il corpo viene rimesso in buona salute, reso più elastico, più forte e più vitale
2.       La mente diventa molto più integrata con l’esperienza fisica. Cessa di essere nel suo mondo immaginato ed entra nel mondo reale, nel presente. La vera differenza con qualunque altra forma di ginnastica sta proprio qui: il corpo non è semplicemente una macchina da usare ma un soggetto intelligente , creatore di consapevolezza di alta qualità.
Il benessere è quindi associato ad una nuova forma di consapevolezza e la nostra essenza comincia a manifestarsi. Dal puro sopravvivere entriamo nella dimensione del vivere pienamente. Quello che percepivamo come problema è stato il primo passo verso la felicità.

In conclusione

Lo yoga non è una terapia, questo è bene chiarirlo. Non va a sostituire nessuna forma di terapia medica o psicologica, semmai può accompagnarla. Lo yoga è in realtà un processo educativo che ci aiuta a vedere la vita da una prospettiva diversa e lo fa non in modo intellettuale. Possiamo decidere di risolvere i nostri problemi nel modo convenzionale. Ma possiamo anche usare questa opportunità per fare un salto di qualità. C’è una sorta di malessere esistenziale che si esprime sotto forma di problemi fisici e psicologici, possiamo sentirci chiusi all’interno di gabbia fatta di stereotipi. Possiamo ritenere che ormai la nostra vita sia questa e non possiamo più cambiarla. Possiamo essere sotto stress. Insomma sono tanti i modi in cui un malessere esistenziale può manifestarsi e per tutto questo non esiste una vera medicina. E spesso non esiste neanche una vera terapia psicologica poiché si tratta di una malessere spirituale che richiede un approccio integrale: fisico , emozionale e mentale. Questo è il percorso dello yoga. Lo yoga è per Essere!



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