Il panorama dello
yoga che è possibile osservare nel mondo occidentale è dominato da due proposte
fra loro opposte. La prima è quella della pratica principalmente orientata a
lavorare nel corpo, con metodologie diverse, più o meno raffinate, ma pur
sempre “limitate” ad un lavoro a livello fisico. In teoria la proposta sarebbe
più ampia ma all’atto pratico si riduce a questo.
La seconda scelta è
più mistica ed intrisa della religiosità indiana.
L’incontro con i
miei primi Maestri di origine centro americana e successivamente con il sistema
Iyengar, proveniente dall’India, mi hanno sempre suggerito la possibilità di una terza via: quella in cui un sano e corretto lavoro
sul corpo potesse sposarsi con una qualità riflessiva applicata alla vita
quotidiana. Esiste una forma di
spiritualità di carattere non religioso e non dottrinale che cerca comunque di
rispondere alla domanda chiave: “che
senso ha la mia vita?”. La risposta a
questa domanda non può arrivare lavorando unicamente nel corpo. Ma allora, se
cerco qualcosa di più di una sofisticata forma di stretching, devo
necessariamente entrare nel mondo mistico dell’India? Non necessariamente! Lo
yoga ha una natura non religiosa e la sua commistione con la religiosità
indiana è un fenomeno successivo avvenuto per pura prossimità geografica. Se lo yoga fosse nato in Italia adesso
sarebbe intriso di cattolicesimo. Mi piace citare il Dailai Lama che dichiara l’importanza in occidente della
divulgazione del nucleo scientifico e sapienziale del Buddismo, depurato da
ogni da ogni forma di ritualità ed iconografia di stampo religioso. La stessa
cosa per lo yoga. Sia il buddismo che lo
yoga hanno un nucleo centrale che è scientifico, una scienza rivolta allo
studio della mente e della coscienza. E’ questo nucleo che oggi può sposarsi
con le frontiere della psicologia transpersonale ed umanista occidentale e di tutta la ricerca spirituale “laica” che,
soprattutto in occidente, va sotto
l’etichetta “Integral Cullture” . E’ questa visione di sintesi che mi è stata offerta dai miei primi maestri
e che sempre più forte sento risuonare in me, che intendo portare avanti in
Yoga per Essere.
Nessun commento:
Posta un commento