domenica 22 luglio 2018

Yoga per occidentali



Il panorama dello yoga che è possibile osservare nel mondo occidentale è dominato da due proposte fra loro opposte. La prima è quella della pratica principalmente orientata a lavorare nel corpo, con metodologie diverse, più o meno raffinate, ma pur sempre “limitate” ad un lavoro a livello fisico. In teoria la proposta sarebbe più ampia ma all’atto pratico si riduce a questo.
La seconda scelta è più mistica ed intrisa della religiosità indiana. 
L’incontro con i miei primi Maestri di origine centro americana e successivamente con il sistema Iyengar, proveniente dall’India, mi hanno sempre suggerito  la possibilità di una terza  via: quella in cui un sano e corretto lavoro sul corpo potesse sposarsi con  una  qualità riflessiva applicata alla vita quotidiana.  Esiste una forma di spiritualità di carattere non religioso e non dottrinale che cerca comunque di rispondere alla domanda  chiave: “che senso ha la mia vita?”.  La risposta a questa domanda non può arrivare lavorando unicamente nel corpo. Ma allora, se cerco qualcosa di più di una sofisticata forma di stretching, devo necessariamente entrare nel mondo mistico dell’India? Non necessariamente! Lo yoga ha una natura non religiosa e la sua commistione con la religiosità indiana è un fenomeno successivo avvenuto per pura prossimità geografica.  Se lo yoga fosse nato in Italia adesso sarebbe intriso di cattolicesimo. Mi piace citare il  Dailai Lama che  dichiara l’importanza in occidente della divulgazione del nucleo scientifico e sapienziale del Buddismo, depurato da ogni da ogni forma di ritualità ed iconografia di stampo religioso. La stessa cosa per lo yoga.  Sia il buddismo che lo yoga hanno un nucleo centrale che è scientifico, una scienza rivolta allo studio della mente e della coscienza. E’ questo nucleo che oggi può sposarsi con le frontiere della psicologia transpersonale ed umanista occidentale  e di tutta la ricerca spirituale “laica” che, soprattutto in occidente,  va sotto l’etichetta “Integral Cullture” . E’ questa visione di sintesi  che mi è stata offerta dai miei primi maestri e che sempre più forte sento risuonare in me, che intendo portare avanti in Yoga per Essere. 

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