lunedì 18 luglio 2022

Perchè mai faticare e penare tanto per diventare altro da noi?


 
Si dice che non ci sia tristezza più grande del rendersi conto di avere cercato per tutta la vita di scalare la montagna sbagliata.

Se non sei uno scalatore ma la cosa ti risuona segui questo link

Oggi vorrei parlare del senso di fallimento, un sentimento che purtroppo molte persone provano.

Fallire è mancare il bersaglio, l’obiettivo. Perché qualcuno si senta un completo fallimento non solo bisogna avere mancato alcuni obiettivi importanti ma soprattutto bisogna misurare la propria vita sulla base di quegli stessi obiettivi. 

Il senso di fallimento, la scarsa autostima e tutta la sofferenza che ne consegue parte dal presupposto che la propria vita abbia un voto su certe “materie chiave” come il successo sul lavoro, la famiglia, i figli, le relazioni, il fattore economico ecc..

Non si sa bene chi ci dia questo voto, apparentemente ce lo diamo da soli, ma c’è sempre anche qualcuno che gode nell’aiutarci in questa valutazione. Si tratta comunque e soprattutto di un’introiezione che si è formata nel corso degli anni. Sicuramente ha le sue radici nella famiglia di origine e nel percorso scolastico dove sicuramente siamo stati educati al dovere ed al giudizio, non certo alla gioia. Il piacere della trasgressione è una naturale conseguenza, una sorta di fotocopia sbiadita della libertà. 

Quando si parla di questi temi si ha sempre l’impressione di invadere un’area riservata agli psicologi quando a mio parere si tratta di entrare pienamente dentro il cuore dell’esistenza.

Più ci agganciamo ai meccanismi che regolano la vita, più diventiamo energia vitale, più coltiviamo l’arte dello stare nel sentire, più connettiamo il nostro universo interiore con il grande universo in cui viviamo, più impariamo a tornare al nostro centro…..e più il giudizio, il senso di fallimento, la scarsa autostima diventano involucri vuoti. Rimane una sana responsabilità su ciò che possiamo e dobbiamo fare ma il nostro senso di identità non è più minacciato.

Più cerchiamo di maneggiare la questione con l’autoanalisi ed il pensiero riflessivo e più amplifichiamo l’origine stessa del problema: una mente sganciata dalla vita che ci attraversa, persa nei suoi meccanismi. 

Non abbiamo bisogno di migliorare l’immagine di noi stessi ma di dare espressione alla nostra natura profonda e sacra.

C’è un'unica montagna e siamo già in cima.

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