Un percorso di crescita è in primo luogo un processo di purificazione. È
impensabile cercare di trasformare noi stessi senza togliere tutto ciò che è di
ostacolo. Ed il primo ostacolo di cui dovremmo liberarci è la visione
dell’essere umano fatta a comparti stagni. Se infatti non attiviamo un processo
di purificazione che agisca contemporaneamente a livello fisico, emozionale e
mentale è improbabile che si manifesti un vero e proprio cambiamento.
Viviamo in una società molto intellettualizzata ed è questa la ragione per
cui cerco di offrire nuovi spunti di riflessione, ma il mio obiettivo è
mostrare i limiti della mente ordinaria. Le forme più avanzate di psicologia
sanno adesso ciò che la scienza yoga conosce da millenni: ogni evento, ogni
esperienza che noi facciamo crea una memoria. Ogni esperienza ripetuta crea un’abitudine
che alla fine diventa un modello di comportamento radicato nella nostra memoria
inconscia. Essa ha una forte base somatica, cioè è racchiusa nel corpo. Quest’ultimo
non è una macchina priva di intelligenza ma è “coscienza densificata”. La
storia evolutiva della vita su questo pianeta è memorizzata nel nostro corpo al
pari di tutte le nostre storie personali che sono diventate abitudini. Questo
enorme serbatoio di esperienze è inconscio ed è molto più potente della nostra
parte intellettuale. Esso è costantemente con noi ricordandoci chi siamo, riproponendoci
la vecchia immagine di noi.
Cosa significa? Semplice: io posso avere una intuizione, una visione chiara
e gioiosa della vita che vorrei, del nuovo me stesso. Sono felice e sento di
potercela fare. Poi succede un qualsiasi evento dei tanti che fanno parte del
mio quotidiano. Potrebbe essere un profumo, il sapore di un piatto, l’incontro
la vicina di casa, insomma qualunque cosa. Questo evento insignificante è
sufficiente a far risuonare in me un modello abitudinario “incistato” nel mio
corpo che a sua volta si lega ad una sensazione, che a sua volta scatena un
pensiero: il pensiero standard di sempre, l’immagine abituale di me. Ecco, che
all’improvviso, vengo sopraffatto dalla vecchia immagine di me. Dov’è adesso
quell’intuizione luminosa della mia vita futura? Svanita, vaporizzata nel
nulla. Sono di nuovo incatenato al mio vecchio me. Qualcuno direbbe che ci sono
dei pensieri sabotatori, ma non si tratta di pensieri ma di modelli di memoria
molto complessi radicati nei vari strati del nostro essere, facilmente
scatenabili da qualsiasi evento che fa parte del mio quotidiano.
Fortuna c’è lo yoga, è proprio il caso di dirlo. Sì, perché nella
tradizione yoga si parla di corpo fisico, corpo energetico, corpo mentale,
corpo intellettuale e corpo spirituale e si sa perfettamente che tutti questi
corpi sono fra loro integrati. Lo yoga è l’arte di purificare e mettere in
allineamento tutti questi differenti strati del nostro essere. È la scienza che
insegna come ridurre gli attriti esistenziali che rendono faticoso il vivere. Spiegare
nel dettaglio questo meccanismo è piuttosto complesso, questa è anche una delle
ragioni per cui ho progettato la scuola per insegnanti di yoga secondo il
metodo de “La Via dello Yoga Integrale”. Voglio solo dire questo: ci sono molte
leggende metropolitane legate a questa disciplina, qualcuno pensa addirittura
che il fine sia quello di imparare a fare posizioni sempre più difficili. In
realtà lo scopo dello yoga è riscrivere in noi, in tutti gli strati del nostro
essere, una nuova storia orientata alla libertà. Ma per questo è importante che
la pratica dello yoga sia veramente integrale.
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