martedì 11 agosto 2020

Riscattare la nostra dimensione cosmica, parte 5: la chiamata dell'anima e l'astrologia spirituale

 

Se vogliamo riscattare la nostra dimensione cosmica dobbiamo veramente fare un salto di qualità. La relazione fra la missione dell’anima e l’universo che ci circonda è il cuore dell’astrologia spirituale. Ma se abbiamo in mente l’oroscopia o l’uso che si fa dei segni astrologici nell’apporccio comune, bene, siamo distanti mille miglia.

Per prima cosa dobbiamo essere chiari su ciò che stiamo cercando ma, soprattutto, su cosa NON stiamo cercando. Di sicuro non stiamo tentando di prevedere il futuro ma, al contrario, di intensificare l’esperienza del qui ed ora. Quindi, qualunque approccio cerchi di capire cosa potrebbe accadermi, cosa mi è accaduto in passato, quanto dura un certo transito ecc..non può funzionare. Verrebbe posto l’accento sul tempo durata rafforzando la mia identificazione con la mente egoica. L'io illusorio, ciò che noi pensiamo di essere in termini di storia personale, è esattamente la causa della nostra infelicità e quindi è ciò che vogliamo dissolvere e non certo amplificare. Questo io illusorio vive nel tempo psicologico, muovendosi constantemente tra passato e futuro, mosso da attaccamento e paura. Al contrario, la sorgente spirituale e vitale con la quale vogliamo entrare in contatto dimora nell’eterno presente e fa parte della grande rete della vita. In altri termini, il processo alchemico è uno spostamento del baricentro della coscienza dall’io illusorio e separato al centro dell’essere in relazione creativa con il tutto. L’astrologia spirituale è uno strumento al servizio di questo processo. Deve aprire varchi per intuizioni profonde sulla nostra vera natura, facilitare il processo creativo di attuazione dei nostri potenziali interiori. 

La cosa peggiore che può fare l’astrologia è aggiungere illusione all’illusione, allontanarci dalla vita reale ancora di più di quanto non lo siamo già. Per questo è necessaria una grande disciplina ed autentica motivazione. Il counselling astrologico non può essere svolto per pura curiosità. Quest’ultima non è una motivazione sufficientemente potente per aprire le porte dell’anima. Ci deve essere una chiamata dal profondo ed il modo in cui questo può avvenire è, in genere, un vero esempio di creatività. Può manifestarsi nella forma di una certa stanchezza del vivere, noia nel frequentare gli stessi posti e le stesse persone, depressione, assenza di senso di realizzazione, non riconoscersi più in quello che facciamo. Può accompagnarsi ad eventi di repentino cambio di vita, come una separazione. Insomma, qualcosa che prima c’era e che adesso non c’è più o che non è più fuzionale per la nostra felicità. Un equilibrio (illusorio) che viene infranto.

Da qualche parte, molto tempo fa, lessi che il problema è il metodo didattico di questo universo. Un sacerdote invece mi fece notare che ogni ferita può essere una feritoia da cui scorgere Dio. E’ tutto vero e l’ho sperimentato di persona, ma preferisco la visione offerta dallo yoga: l’auto-disciplina è la via alternativa agli eventi traumatici. Quindi, il risveglio spirituale può iniziare da un problema ma poi il processo è sostenuto da una pratica consapevole e giornaliera. E l’astrologia rientra nelle discipline che sostengono il processo di cambiamento.


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