Perché mai danzare? Dal mio punto di vista ci sono
molte risposte a questa domanda ma non avrebbero valore, almeno per me, se non
si basassero sulla mia esperienza diretta.
Per molti anni, soprattutto nel
periodo universitario, l’unica forma di contatto che avevo con il ballo era la
discoteca, un luogo in cui venivo trascinato per i capelli. Non ero l’unico a
pensarla così: nel gruppo di amici di allora un buon 50% di essi, ovvero la
totalità dei maschi, sentiva l’uscita in discoteca come una tassa da pagare periodicamente
per accontentare l’altro 50%, la componente femminile, che invece viveva il
ballo come un momento ludico e liberatorio. Già allora sentivo però qualcosa
che non tornava perché il movimento ed il ballo mi procuravano piacere e
divertimento, ciò che proprio non riuscivo ad accettare era l’ambiente della
discoteca. Parlo di questo fenomeno perché temo sia più diffuso di quanto si
immagini. Al pari di come un certo background religioso ha certamente avuto un suo
imprinting negativo sul tema spiritualità, così credo che un certo modello
culturale , sociale assieme alla “famigerata serata in discoteca” abbia
contribuito ad allontanare molte persone dalla danza.
Ci sono adesso molte più
opportunità per ballare come il tango argentino ed le danze latino-americane,
che non erano così diffuse ai tempi dei miei attriti con la discoteca. Il ballo
sta riscuotendo un largo successo richiamando molte persone di ogni età, cosa
certamente importante e positiva. Sottolineano però una regola nefasta e del
tutto arbitraria: ci sono persone più brave ed altre meno brave, persone più
portate ed altre meno.
Così quando qualcuno mi dice “il
ballo non fa per me” o “non sono portato per danzare” so che in realtà sta rispondendo
ad un modello acquisito e spesso subito che deriva dall’unica prospettiva che
questa società sa esprimere: vinca il migliore. Ciascuno di noi, da quando
nasce, riceve un punteggio sulle varie materie della vita ed in quelle dove non
arriva alla sufficienza molla.
Ok, vi propongo un’altra prospettiva:
sapete dirmi chi intorno a voi è il più bravo a respirare? Chi intorno a voi è
il più bravo a godersi un tramonto? Chi è il più bravo ad innamorarsi? Queste domande
suonano strane, non hanno praticamente senso. Nessuno direbbe non sono portato
respirare o a bere acqua. Allora la mia successiva domanda è la seguente: chi
ha deciso che la danza faccia parte di quelle “materie” che hanno un voto? Il
movimento e la relazione con la musica sono esperienze che intensificano il
nostro essere “vivi”, punto! Non c’è alcun voto, non c’è alcuna graduatoria
come non c’è per l’aria che respiriamo e l’acqua che beviamo.
Ma come spesso accade, per
ritrovare il contatto con qualcosa di naturale, dobbiamo fare un salto in
astuzia e scavalcare le barricate del pregiudizio. Quindi se io uso il termine
"danza consapevole", o qualità "mindfulness" sto aggirando
le difese mentali dicendoti: "occhio,
non si tratta del ballo che hai vissuto tu tempo addietro. Qui non si giudica,
non c'è il più bravo ed il meno bravo. Non ci sono passi, non ci sono
coreografie. Non esiste l'errore. Ciò che conta è solo l'esperienza vissuta.
Ciò che conta e che ti senti nel qui ed ora". Quindi, qualcosa che
dovrebbe essere del tutto naturale ha bisogno di essere confezionato in modo
più intelligente dei pregiudizi per essere accettato.
Esiste un vasto arcipelago di
stili di danza consapevole, la Soul
Motion ne fa parte. Al di là delle singole specificità dei vari metodi c’è lo
stesso principio di base: la danza è un fenomeno del tutto naturale. E’ un modo
per sentirsi, per comunicare, per creare una relazione rituale con le forze che
vivono dentro ognuno di noi.
Dopo gli anni della discoteca ho
dovuto aspettare un po' di tempo per avvicinarmi di nuovo alla danza.
L'occasione fu la biodanza e, sebbene praticassi yoga già da tempo, fu
sorprendente l'effetto che ebbe su di me tanto da modificare la mia esperienza
della meditazione. Era presente una qualità del tutto nuova, l'area del cuore
era molto più aperta e mi sentivo connesso con il tutto. In altri termini la
danza stava arricchendo l'esperienza di me e del mondo intorno a me.
Perché quindi danzare? Perché come
tutte le danze fa bene alla salute, mette energia in movimento e si esce dal
torpore. Ma perché praticare una danza consapevole come la Soul Motion? Perché accanto
a tutti questi benefici che ho appena citato si aggiunge l’opportunità di uscire dalle griglie di giudizio all’interno
delle quali siamo costantemente inquadrati. Perché è possibile spostare il
baricentro della consapevolezza dall’esterno all’interno, perchè invece di
sentirci giudicati sulla base di un metro collettivo e del tutto artificiale è possibile ridare valore al sentire.
Perché quindi danzare
consapevolmente? Per essere liberi!
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