Da moltissimi anni mi occupo di crescita personale, ricerca spirituale e benessere.
I miei primi Maestri mi hanno insegnato che per la mentalità moderna è
necessario utilizzare una metodologia integrale che risvegli tutte le forme di
intelligenza presenti in noi a livello fisico, energetico, emotivo, mentale.
Devo riconoscere che questo è probabilmente l’insegnamento più importante che
ho fatto mio. Ho passato quindi più di 3 decenni a fare formazione su
discipline fra loro molto diverse: dallo yoga, all’astrologia, alla mindfulness,
alla Biodanza, alla Soul Motion, all’arte intuitiva. Ogni ambiente si
presentava in maniera molto settoriale, aveva un suo proprio linguaggio e modo
di lavorare. Intuivo una trama comune fra tutti questi percorsi ma non è stato
facile portarla alla luce. Soprattutto perchè nessuno di questi ambienti si
mostrava interessato e quindi collaborativo nell’integrarsi con altre metodologie.
In conseguenza a ciò io ho sempre nutrito e manifestato una certa insofferenza
a rimanere confinato nell’ortodossia che ogni percorso richiedeva. Mi sono quindi
spesso ritrovato nel ruolo dell’eretico, un ruolo interessante ed anche divertente,
lo ammetto. Un ruolo che mi veniva attribuito dagli altri perchè ovviamente, dal
mio punto di vista, io mi sentivo perfettamente ortodosso e coerente alla mia
visione integrale e multidisciplinare. Come si sa, tutto è relativo. Naturalmente
la storia insegna che ogni eretico, alla fine, fonda la propria via, non so se
più per il bisogno di trovarsi finalmente dentro un sistema dove sentirsi allineato,
o per un bisogno narcisistico di essere riconosciuto o per il genuino desiderio
di offrire una nuova opportunità all’umanità. Probabilmente per tutto questo ed
altro ancora. Di fatto la mia sensazione è che, ad un certo punto, la nascità
di un nuovo metodo, di una nuova via sia qualcosa di inevitabile ed anche
salutare perchè comunque associata al
rilascio di energia creativa. Naturalmente, come diceva uno di quei miei primi
Maestri: “non c’è niente di nuovo sotto
il sole, tutto è già stato detto”. Ma il modo in cui viene assemblato e presentato
può assumere infinite forme in accordo con l’infinità varietà di sensibilità,
interessi, culture presenti nel genere umano.
Quindi anche la mia “eresia” ha prodotto una nuova via, un nuovo metodo che
ho chiamato “aquarian waves” e che vi presenterò in prossimi articoli. Niente
di diverso dalla traiettoria che ho sempre seguito nella mia formazione personale
e nel mio modo di insegnare. La cosa più difficile è stato trovare il nome ma
adesso sento che è quello giusto.
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