Sono giorni pieni
di sole di un’estate che si affaccia cristallina sull’uscio di casa del mese di
ottobre ma che deve fare i conti con temperature serali che ci ricordano che da circa una
settimana siamo entrati nell’autunno. Come in tutti i passaggi qualcosa si
oppone al cambiamento, qualcos’altro si
proietta volentieri nel nuovo corso degli eventi. Se addirittura il tempo meteorologico
sembra non controllare il calendario appeso alla parete perché mai dovrebbero
farlo le stagioni interiori? Possiamo sentire il gelo dentro di noi nel bel
mezzo di una torrida estate e percepire la rinascita durante le piogge di
novembre. Siamo esseri umani e abbiamo pertanto grandi margini di libertà. Ciò
nonostante non possiamo negare la risonanza del nostro universo interiore con i
cicli della natura esterna.
Ci sono stagioni
che non vorremmo mai attraversare ed altre che non vorremo mai finissero, ma se
osserviamo un anello vediamo che la sua bellezza sta proprio nella sua
interezza. Ogni stagione è necessaria e l’una non potrebbe esistere senza le
altre.
Con la danza
abbiamo l’opportunità di ritualizzare e riaffermare coscientemente la relazione
fra il nostro universo interiore e quello esteriore, fra micro cosmo e macro
cosmo. Quindi, in qualunque stagione interna ci troviamo, e qualunque sia la
stagione esterna che preferiamo il suggerimento per questi giorni è danzare l’autunno
ed il suo ingresso osservando ciò che volentieri
accoglie il suo arrivo e ciò che invece oppone resistenza.
Il movimento
autunnale ha molte sfaccettature ma la più importante è un diverso orientamento
dell’energia che dall’esterno si muove verso il centro. La nostra anima ha sete
di esperienze ed è come una spugna che viene immersa nell’acqua della vita. Ma
di tutte le esperienze belle o brutte che costantemente assorbiamo dobbiamo poi
essere in grado di distillarne l’essenza. L’autunno è questo, è il ritorno all’essenza
spogliata da tutto il superfluo. La nostra naturale tendenza a trattenere può
creare resistenza , altri parti noi nel mollare il superfluo colgono già la
rinascita della primavera. Le stagioni interiori hanno confini imprecisati e
questa estrema ricchezza di sfumature possono essere colte coscientemente con
la danza.
Ecco perché danziamo.