mercoledì 23 gennaio 2019

Danzare la Soul Motion è parte di uno yoga integrale



Lo so, ogni volta che c’è di mezzo la musica ed il movimento nascono sentimenti contrastanti. La “danza” spaventa mentre, al contrario, una posizione di yoga o sedere in meditazione ci fa sentire protetti. La verità è che sia il movimento che la staticità, sia la musica che il silenzio, producono sensazioni e trasformazioni della coscienza, costituiscono differenti forme di esplorazione della nostra realtà interiore. Quindi cambia la modalità ma non la sostanza. Praticare yoga, meditare o danzare in modo consapevole sono strumenti per accedere ai nostri potenziali. La triste realtà è che però siamo immersi in una coscienza collettiva estremamente giudicante. Abbiamo da sempre convissuto ed assorbito le immagini collettive su come si deve essere, sia nella modalità “bravi/e ragazzi/e” sia nella modalità “trasgressione” che altro non è che un diverso accumulo di stereotipi. Di fatto la vera trasgressione sarebbe quella di viverci per quello che siamo, sentirci dall’interno invece che vederci attraverso un’immagine di noi che proviene dall’esterno. L’unica ragione per cui la pratica dello yoga non inquieta più di tanto è perché è ormai accettata collettivamente ed in molti casi è stata assorbita dal mondo del fitness. Così ti allunghi, ti potenzi, puoi raccontare di fare yoga…ed emotivamente non cambia niente. Nella reale pratica dello yoga questo non è vero, perché tutto l’essere è coinvolto, ma nella consuetudine è ciò che purtroppo accade. Nella danza, al contrario, il canale emotivo è quello principale. Non attivare le emozioni sarebbe come praticare yoga sperando di non muovere un muscolo. Le emozioni possono essere piacevoli o spiacevoli al pari di come estendere la colonna vertebrale può provocare piacere o dolore, al pari di come meditare significa accettare di essere attraversato da pensieri di qualunque tipo. Tutto è semplicemente una fotografia del presente e solo nell’accettazione di questa condizione, solo in una relazione autentica con noi stessi, abbiamo l’opportunità di incontrare la nostra interezza. Temere la danza per paura di esporsi emotivamente è comprensibile perché questa società ha la fobia delle emozioni, ma alla fine emozionarsi, in un contesto protetto e non giudicante, risulta la cosa più naturale e vicina alla vita reale che esista.
Spesso le persone mi dicono che sono preoccupate di danzare perché non si sentono portate o è molto tempo che non lo fanno. E’ una “comprensibile stupidaggine” parente del non sentirsi adatti allo yoga perché il corpo è rigido. Non esiste una misura esterna, non esiste un voto, esiste solo l’apprendimento in una relazione sempre più creativa con noi stessi.
Alla fine, tutti i timori che noi possiamo avere nei confronti della danza come strumento di crescita della coscienza non fanno altro che rivelare a noi stessi le gabbie di pensiero entro le quali conduciamo la nostra esistenza. Normalmente non le vediamo, è un po’ come fare finta che non esistano. Poi però se la vita non gira come vorremmo ci lamentiamo. E’ meglio quindi approfittare di ogni strumento che ci aiuta ad accedere ad un più alto livello di libertà interiore.

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